Anello del M.te Falterona - E

Giunti alla sbarra di Pian delle Fontanelle (ca. 1485 mt), proseguendo sulla strada che dal Passo della Calla porta agli impianti sciistici, lasciamo l'auto e imbocchiamo sulla sinistra il segnavia 00 (detto Pista del lupo) che sale costante per circa 20 minuti
di bosco di faggio attraverso cui possiamo notare ancora i segni lasciati dai numerosi eventi franosi che hanno interessato queste cime. Ad un tratto sulla destra  troviamo una piccola fonte che ci preannuncia la vicinanza alla prima meta; dopo poche curve ancora in  alita infatti, il bosco si apre lasciando il posto ad un letto di mirtilli e fiori.
Svoltiamo a destra e siamo sulla cima del M.te Falco, che con i suoi 1657 mt è la più alta del casentino, dove il Parco ha istituito una zona di riserva integrale a tutela del delicato ecosistema, sede di quasi 1/3 della flora rara della zona, alcune specie resistite e risalenti alle ere glaciali. Quindi senza lasciare il sentiero battuto proseguiamo per altri 100 metri fino ad una terrazza naturale, protetta sullo strabiombo con una staccionata. Sotto di noi Castagno d'Andrea (735 mt), che nel 1300 fu travolto da una enorme frana raccontata anche nelle Novelle della Nonna di Emma Parodi; il panorama spazia poi tra il bacino del torrente San Godenzo, le vallate del Montone, del Rabbi e del Bidente, e le pareti a strapiombo delle Balze delle Rondinaie. Proseguiamo sullo 00 che inizia in leggera discesa per quasi
 1 km appena sottocosta  per poi buttarci a destra (proseguendo dritto diventa lo 04 per Capo d'Arno) su per la ripida salita che in 10 minuti ci porta sulla vetta del M.te Falterona (1654 mt),sui cui prati è posta una enorme croce. Giusto il tempo per una foto di rito e ripartiamo scendendo sulla destra fino al cartello che ci direziona sul precipizio, a tratti munito di corrimano, verso il P.so delle Crocicchie;  lungo lo strapiombo che si affaccia sulla voragine della Gorga Nera, ci soffermiamo un attimo nei pressi di una madonnina da cui abbiamo una splendida visuale sulle pareti, segnate dalle frane, delle Rondinaie e di Giogo. Giunti al crocevia delle Crocicchie (1406 mt), svoltiamo a destra verso la Fonte del Borbotto. Scendiamo ancora per poco più di 1 km costeggiando il lato inferiore della zona umida protetta della Gorga Nera, habitat di molte specie anfibie, su tutte la Rana Temporaria 
messa a rischio dalla scarsità d'acqua. L'area della Gorga Nera è uno degli ultimi due luoghi, non comunicanti tra loro, rimasti; l'altra area è compresa fra La Lama, Sassofratino e Camaldoli. 
Ancora pochi metri e giungiamo all'area attrezzata del Borbotto (1210 mt) munita, oltre che di numerosi tavoli sparsi qua e là nella faggeta intorno alla fresca sorgente, anche di un rifugio in legno. E' il posto ideale per fermarsi a mangiare e riposare un po'. Per il ritorno percorriamo la strada forestale coincidente con il segnavia 8 SOFT1, che sale abbastanza regolare per circa 4 km fino a Pian delle Fontanelle. Dopo 10 minuti che abbiamo iniziato la salita, un'altra terrazza naturale si affaccia sulle Balze delle Rondinaie, e con la sua panchina sul ciglio ci invita a soffermarci un attimo e goderci il paesaggio. Proseguendo la salita passiamo, senza vederla ma percependone lo scroscio, sopra alla Cascata del Piscino, raggiungibile grazie al nuovo sentiero E. Boni,
segnavia 11,  presente sulla Carta Escursionistica del parco 5°edizione che parte 1 km sotto al Borbotto. Ancora qualche centinaio di metri e sulla sinistra troviamo 2 enormi pietre tonde residui probabilmente di un antico mulino per la macina delle castagne.
Basta non lasciare mai la strada e in 2 ore di salita raggiungiamo di nuovo la macchina.

Il percorso misura 11 km e 550 mt di dislivello che abbiamo percorso in ca 5 ore di cammino senza troppe difficoltà, basta fare attenzione ai tratti della ripida discesa dal Falterona. La salita presenta solo alcuni tratti con pendenze più accentuate ma affrontabili senza particolari difficoltà.

Buona Camminata

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